I MRGÀRI : RECINTI PASTORALI PLURICELLULARI IN PIETRA A SECCO DELL’ISOLA DI KRK / VEGLIA (QUARNERO, CROAZIA) Sergio Gnesda Parte prima : introduzione
L’isola di Krk / Veglia é la più settentrionale e la più grande delle isole del golfo del Quarnero. É formata da calcari giurassici e presenta un rilievo ondulato. É fertile e boscosa al nord mentre la parte meridionale é estremamente brulla, rocciosa e impervia. Se si esclude una sottile striscia centrale a fianco del torrente Suha ričina, le brulle colline si elevano sino 500 metri.
Il clima relativamente mite, i rilievi leggermente ondulati e l’assenza di nemici naturali (lupi e cinghiali) sono propizi all’allevamento intensivo delle pecore che pascolano all’aperto tutto l’anno.
Nella parte meridionale di Krk, gli allevatori hanno costruito recinti pastorali in pietra a secco, mrgàri in croato (dal latino mulgarium, luogo per munngere), la cui planimetria si può percepire compiutamente solamente dalle immagini aeree.
Questi recinti fanno parte di una rete o maglia di muri a secco in pietra grezza che delimitano i pascoli comunitari, le komunade.
Localizzazione Questi recinti s’incontrano non solamente sull’isola di Veglia ma anche sull’isola di Rab / Arbe Dieci mrgàri sono situati sulla punta meridionale dell'isola di Veglia all’interno dei pascoli comunitari (komunade) di tre villaggi : Baška, Jurandvor e Batomalj. Le tracce di altri cinque si trovano nella vicina isola disabitata di Prvić / Pervicchio. Un’altro si trova nell’isoletta disabitata di Dolin (a fianco dell’isola di Arbe) Configurazione Un mrgàr é composto da un grande recinto centrale, chiamato sala, di forma trapeizodale, circondato da una corona di piccoli recinti di contenimento stretti e vicini, detti mrgarìći, l’insieme evoca la forma di una margherita o di girasole. Il corridoio centrale di accesso (progòn) al recinto centrale é bordato da due muri che si restringono fino all’entrata (zàtoka). Il muro del recinto centrale presenta delle aperture basse con architrave, chiamate škulje, o aperture aperte in alto dette laz, che conducono ciascuna all’interno di un mrgarić. Dall’altra parte delmrgarìć si apre, a seconda dei casi, una škulja o un laz.Il mrgàr Na Starošćini, uno fra i più grandi e ben conservato, ci da l’idea della struttura tipica di un mrgàr.. Ha 27 mrgarìći.
I cancelli liberi, che chiudono l'ingresso e l’uscita dei singoli piccoli recinti individuali (mrgarìći), sono costituiti da una griglia fatta di tavole distanziate.
I cancelli in legno sono sostituiti da griglie metalliche di recupero che hanno la stessa funzione. É questo il caso particolare dell’entrata della sala.
I pastori hanno costruito i recinti adattandoli all’evoluzione dei bisogni facendo variare il numero e la taglia dei mrgarìći. La forma a margerita o girasole non é assolutamente legata a preoccupazioni estetiche. Funzione I mrgàri sono destinati al raggruppamento ed allo smistamento periodico delle greggi appartenenti a proprietari differenti. La possibilità di più famiglie dello stesso comune di far pascolare le pecore del loro gregge nella loro komunada implicava la necessità di identificarle e separarle per le operazioni periodiche di mungitura, tosatura, verifica dello stato di salute, ecc..e questo doveva essere fatto in strutture adatte : il mrgàr era nato. Origini All’inizio del secolo XVImo gli agnelli delle isole dalmate erano ricercati a Venezia per le loro carni profumate in quanto brucavano tantissime erbe aromatiche (salvia, timo, maggiorana, ecc..). A partire della metà del XIXmo secolo ebbe inizio un forte incremento della popolazione delle isole settentrionali dell’Adriatico (golfo del Quarnero) e dell’Istria il che indusse l’aumento del numero delle greggi e dei capi. La pastorizia, che fino a quel momento soddisfaceva ai bisogni famigliari in lana, agnelli, formaggio, latte e carne, divenne una fonte di reddito significativa grazie alla vendita dei vari prodotti, situazione perdurò fino agli anni 1950. L’istituzione della komunada (vasti pascoli comunitari nei quali pascolano le pecore di più proprietari) va attribuita a Napoleone il quale, fra il 1797 ed il 1813, nel corso di tre brevi periodi di annessione delle provincie illiriche alla Francia, riorganizzò l’apparato statale mettendo a disposizione delle popolazioni locali (via i comuni) terreni incolti appartenenti alla Chiesa o alle classi patrizie. Al suo ritorno, nel 1813, l’Impero Austro-Ungarico confermò l’istituto della komunada.
A partire degli anni 1950 le greggi diminuiscono costantemente, i mrgàri diventano sempre più piccoli e alla fine vengono abbandonati. Essendo costituiti solamente da muretti a secco e ad un solo paramento (unjulica) essi risultano molto fragili e lentamente si degradano.
Marcatura delle pecore Per raggruppare gli animali era necessario identificarli con la marcatura o la bollatura. Ogni proprietario o famiglia possedeva il proprio simbolo. Negli ultimi 50 anni la marchiatura si effettua con il colore. Il vello dell’animale viene dipinto in alcune parti con colori ben definiti. Ora si usano le bombolette spray. L’operazione va ripetuta ogni tanto in quanto il colore sbiadisce per l’influenza del sole e della pioggia e viene anche diluito dalla crescita del vello dell’animale.
All’inizio della primavera l’insieme delle greggi viene fatto salire dalla valle verso la loro komunada. A Veglia i sentieri sono molto ripidi e scoscesi e le pecore, guidate dalle madri anziane che conoscono il percorso, possono salire solamente in fila indiana. Succede però che ogni tanto alcune pecore escano dal sentiero e bisogna farle rientrare nella fila. L’operazione é perigliosa ed i pastori riescono a farlo solamente grazie al rumore dei pezzi di pane secco contenuti in sacchetti e all’offerta di un pò di pane. All’inizio dell’inverno, quando l’acqua gela ed il freddo si fa pungente, viene effettuata l’operazione inversa e le pecore vengono fatte scendere a valle.
Smistamento delle pecore Lo smistamento delle pecore verso il mrgàr veniva eseguito dai pastori un paio di volte all’anno per le operazioni periodiche di tosatura, mungitura, verifica dello stato di salute, eliminazione delle zecche, ecc.... Quando ci si trovava di fronte ad un’annata particolarmente piena di zecche, gli animali venivano unti più volte con prodotti che li proteggevano dai melofagi, che rappresentavano un serio pericolo soprattutto per i giovani agnelli. Ho chiesto ad un pastore sul monte Kamenjak a Arbe e ad un’altro a Veglia se per raggruppare le pecore ci si aiutava con i cani pastore. La risposta di entrambi é stata che non era necessario avere i cani per farlo due o tre volte all’anno ed anche perché c’erano molte vecchie pecore che conoscevano la strada. Se era necessario si poteva sempre chiedere aiuto ai ragazzini. L’operazione di raggruppamento selettivo viene eseguita in quattro tappe.
Tosatura L’operazione più importante era la tosatura. Le pecore si tosavano una volta all’anno, prima delle calure estive, nella seconda metà di maggio e nel mese di giugno La tosatura è un’operazione che richiede esperienza e abilità da parte del tosatore e docilità da parte della pecora. Per tosare con la forbice tradizionale una bestia anziana (docile), ma ricoperta di vello vecchio, servono una decina di minuti e si ricava all’incirca 1 chilogrammo di lana. L’introduzione nel secondo dopoguerra, in tutta la Jugoslavia, di abiti confezionati, ha definitivamente fatto scomparire l’uso della lana per produrre gli abiti tradizionali. Ora i velli vengono abbandonati per terra o sui muri dei mrgàri. Il futuro Da alcuni anni, organizzazioni e associazioni locali (esempio Sinjali), e nazionali (sopratutto Dragodid) organizzano giornate di workshop indirizzate alla riparazione, ricostruzione e mantenimento dei mrgàri. Si possono ora ammirare diversi mrgàr inseriti in percorsi ben marcati e indicati chiaramente sulle carte turistiche. Mia moglie ed io abbiamo potuto
raggiungere ed ammirare i mrgàri di Na Starošćini, Ljubimer, Na Lipici e
Na Jakoši grazie al libro “Tajne otoka Krka” (Le cose nascoste dell’isola
di Veglia) del prof. Berislav Horvatić, agli articoli pubblicati su Dragodid e
alle carte turistiche. Questi mrgàri faranno l’oggetto di una serie di
monografie che seguiranno questa introduzione.
Per stampare passare in modo panorama © CERAV Riferimento da citare : Sergio Gnesda |