ARCHITECTURE VERNACULAIRE

CERAV

 

I MRGÀRI : RECINTI PASTORALI PLURICELLULARI IN PIETRA A SECCO

DELL’ISOLA DI KRK / VEGLIA (QUARNERO, CROAZIA)

Sergio Gnesda

Parte prima : introduzione

 

L’isola di Krk / Veglia é la più settentrionale e la più grande delle isole del golfo del Quarnero. É formata da calcari giurassici e presenta un rilievo ondulato. É fertile e boscosa al nord mentre la parte meridionale é estremamente brulla, rocciosa e impervia. Se si esclude una sottile striscia centrale a fianco del torrente Suha ričina, le brulle colline si elevano sino 500 metri.

Fig. 1 - La regione frontaliera fra Italia, Slovenia e Croazia [Trieste -> Baška ≈ 140 km, 2 ore].

 

Il clima relativamente mite, i rilievi leggermente ondulati e l’assenza di nemici naturali (lupi e cinghiali) sono propizi all’allevamento intensivo delle pecore che pascolano all’aperto tutto l’anno.

 

Nella parte meridionale di Krk, gli allevatori hanno costruito recinti pastorali in pietra a secco, mrgàri in croato (dal latino mulgarium, luogo per munngere), la cui planimetria si può percepire compiutamente solamente dalle immagini aeree.

 

Fig. 2 - Il dedali di muri in pietra a secco della zona a est di Baška/Bascanova visto da Google. Nel cerchio giallo il mrgàr Na Starošćini.

Questi recinti fanno parte di una rete o maglia di muri a secco in pietra grezza che delimitano i pascoli comunitari, le komunade.

Fig. 3 - Dettaglio della carta turistica ad est di Baška. Le linee in nero rappresentano muri a secco. La lettera A é il mrgàr Na Starošćini, la lettera B quello Na Rebici  © Sentieri turistici tracciati / Turističke obilježene staze – Otok Krk TZO Baška www.tz-baska.hr.

Localizzazione

Questi recinti s’incontrano non solamente sull’isola di Veglia ma anche sull’isola di Rab / Arbe

Dieci mrgàri sono situati sulla punta meridionale dell'isola di Veglia all’interno dei pascoli comunitari (komunade) di tre villaggi : Baška, Jurandvor e Batomalj. Le tracce di altri cinque si trovano nella vicina isola disabitata di Prvić / Pervicchio. Un’altro si trova nell’isoletta disabitata di Dolin (a fianco dell’isola di Arbe)

Configurazione

Un mrgàr é composto da un grande recinto centrale, chiamato sala, di forma trapeizodale, circondato da una corona di piccoli recinti di contenimento stretti e vicini, detti mrgarìći, l’insieme evoca la forma di una margherita o di girasole. Il corridoio centrale di accesso (progòn) al recinto centrale é bordato da due muri che si restringono fino all’entrata (zàtoka). Il muro del recinto centrale presenta delle aperture basse con architrave, chiamate škulje, o aperture aperte in alto dette laz, che conducono ciascuna all’interno di un mrgarić. Dall’altra parte delmrgarìć si apre, a seconda dei casi, una škulja o un laz.

Il mrgàr Na Starošćini, uno fra i più grandi e ben conservato, ci da l’idea della struttura tipica di un mrgàr.. Ha 27 mrgarìći.

Fig. 4 - Designazione in lingua croata (locale) e significato equivalente in lingua italiana delle varie parti di un mrgàr.

I cancelli liberi, che chiudono l'ingresso e l’uscita dei singoli piccoli recinti individuali (mrgarìći), sono costituiti da una griglia fatta di tavole distanziate.

Fig. 5 - Mrgàr Na Starosćini : cancelli in legno e griglie in ferro dei mrgarìći.

I cancelli in legno sono sostituiti da griglie metalliche di recupero che hanno la stessa funzione. É questo il caso particolare dell’entrata della sala.

Fig. 6 - Mrgàr Na Starošćini : Il grande cancello metallico, nella parte chiamata zàtoka, chiude la sala. Da notare sul fondo i grandi muri che delimitano le komunade.

I pastori hanno costruito i recinti adattandoli all’evoluzione dei bisogni facendo variare il numero e la taglia dei mrgarìći. La forma a margerita o girasole non é assolutamente legata a preoccupazioni estetiche.

Funzione

I mrgàri sono destinati al raggruppamento ed allo smistamento periodico delle greggi appartenenti a proprietari differenti.

La possibilità di più famiglie dello stesso comune di far pascolare le pecore del loro gregge nella loro komunada implicava la necessità di identificarle e separarle per le operazioni periodiche di mungitura, tosatura, verifica dello stato di salute, ecc..e questo doveva essere fatto in strutture adatte : il mrgàr era nato.

Origini

All’inizio del secolo XVImo gli agnelli delle isole dalmate erano ricercati a Venezia per le loro carni profumate in quanto brucavano tantissime erbe aromatiche (salvia, timo, maggiorana, ecc..).

A partire della metà del XIXmo secolo ebbe inizio un forte incremento della popolazione delle isole settentrionali dell’Adriatico (golfo del Quarnero) e dell’Istria il che indusse l’aumento del numero delle greggi e dei capi. La pastorizia, che fino a quel momento soddisfaceva ai bisogni famigliari in lana, agnelli, formaggio, latte e carne, divenne  una fonte di reddito significativa grazie alla vendita dei vari prodotti, situazione perdurò fino agli anni 1950.

L’istituzione della komunada (vasti pascoli comunitari nei quali pascolano le pecore di più proprietari) va attribuita a Napoleone il quale, fra il 1797 ed il 1813, nel corso di tre brevi periodi di annessione delle provincie illiriche alla Francia, riorganizzò l’apparato statale mettendo a disposizione delle popolazioni locali  (via i comuni) terreni incolti appartenenti alla Chiesa o alle classi patrizie. Al suo ritorno, nel 1813, l’Impero Austro-Ungarico confermò l’istituto della komunada.

Fig. 7 - Baška : una komunada.

A partire degli anni 1950 le greggi diminuiscono costantemente, i mrgàri diventano sempre più piccoli e alla fine vengono abbandonati. Essendo costituiti solamente da muretti a secco e ad un solo paramento (unjulica) essi risultano molto fragili e lentamente si degradano.

Fig. 8 - Il mrgàr Stari-novi : oltre il lato lungo più lontano si distingue, il tracciato ad arco di cerchio ed i muretti di separazione dei mrgarìći prima che essi siano accorciati per adattarli alla diminuzione delle greggi. © Denis Lešić.

Marcatura delle pecore

Per raggruppare gli animali era necessario identificarli con la marcatura o la bollatura. Ogni proprietario o famiglia possedeva il proprio simbolo. Negli ultimi 50 anni la marchiatura si effettua con il colore. Il vello dell’animale viene dipinto in alcune parti con colori ben definiti. Ora si usano le bombolette spray. L’operazione  va ripetuta ogni tanto in quanto il colore sbiadisce per l’influenza del sole e della pioggia e viene anche diluito dalla crescita del vello dell’animale.

Fig. 9 - Mrgàr Na Lipici : in fondo al pendio pascolano le pecore marcate con il colore.

 

Fig. 10 - Salendo verso il mrgàr Na Lipici : pecore marcate con il colore.

All’inizio della primavera l’insieme delle greggi viene fatto salire dalla valle verso la loro komunada. A Veglia i sentieri sono molto ripidi e scoscesi e le pecore, guidate dalle madri anziane che conoscono il percorso, possono salire solamente in fila indiana. Succede però che ogni tanto alcune pecore escano dal sentiero e bisogna farle rientrare nella fila. L’operazione é perigliosa ed i pastori riescono a farlo solamente grazie al rumore dei pezzi di pane secco contenuti in sacchetti e all’offerta di un pò di pane. All’inizio dell’inverno, quando l’acqua gela ed il freddo si fa pungente, viene effettuata l’operazione inversa e le pecore vengono fatte scendere a valle.

Fig. 11 - L’inizio dell’operazione di discesa a valle. © Denis Lešić.

 

Smistamento delle pecore

Lo smistamento delle pecore verso il mrgàr veniva eseguito dai pastori un paio di volte all’anno per le operazioni periodiche di tosatura, mungitura, verifica dello stato di salute, eliminazione delle zecche, ecc.... Quando ci si trovava di fronte ad un’annata particolarmente piena di zecche, gli animali venivano unti più volte con prodotti che li proteggevano dai melofagi, che rappresentavano un serio pericolo soprattutto per i giovani agnelli.

Ho chiesto ad un pastore sul monte Kamenjak a Arbe e ad un’altro a Veglia se per raggruppare le pecore ci si aiutava con i cani pastore. La risposta di entrambi é stata che non era necessario avere i cani per farlo due o tre volte all’anno ed anche perché c’erano molte vecchie pecore che conoscevano la strada. Se era necessario si poteva sempre chiedere aiuto ai ragazzini.

L’operazione di raggruppamento selettivo viene eseguita in quattro tappe.

Fig. 12 - A sinistra : Le pecore vengono sospinte verso il mrgàr e, attraverso il progòn e la zàtoka, si dirigono verso la sala.

A destra : Tutte le pecore vengono riunite e racchiuse nel recinto centrale

 

Fig. 13 - A sinistra : Le pecore di ogni gregge vengono dirette, una alla volte, nel proprio rispettivo mrgarìć attraverso la škulja (entrata). Lì il padrone le attende per la tosatura, verifica, ecc...

A destra : Finite le operazioni di tosatura, verifica sanitaria, mungitura ecc... , le pecore escono dai mrgarìći, attraverso il laz (apertura) o la škulja per recarsi al pascolo. Quelle senza colore o con il proprietario assente, vengono respinte dal recinto centrale verso il  pascolo (komunada).

Tosatura

L’operazione più importante era la tosatura. Le pecore si tosavano una volta all’anno, prima delle calure estive, nella seconda metà di maggio e nel mese di giugno La tosatura è un’operazione che richiede esperienza e abilità da parte del tosatore e docilità da parte della pecora. Per tosare con la forbice tradizionale una bestia anziana (docile), ma ricoperta di vello vecchio, servono una decina di minuti e si ricava all’incirca 1 chilogrammo di lana. L’introduzione nel secondo dopoguerra, in tutta la Jugoslavia, di abiti confezionati, ha definitivamente fatto scomparire l’uso della lana per produrre gli abiti tradizionali. Ora i velli vengono abbandonati per terra o sui muri dei mrgàri.

Il futuro

Da alcuni anni, organizzazioni e associazioni locali (esempio Sinjali), e nazionali (sopratutto Dragodid) organizzano giornate di workshop indirizzate alla riparazione, ricostruzione e mantenimento dei mrgàri. Si possono ora ammirare diversi mrgàr inseriti in percorsi ben marcati e indicati chiaramente sulle carte turistiche.

Mia moglie ed io abbiamo potuto raggiungere ed ammirare i mrgàri di Na Starošćini, Ljubimer, Na Lipici e Na Jakoši grazie al libro “Tajne otoka Krka” (Le cose nascoste dell’isola di Veglia) del prof. Berislav Horvatić, agli articoli pubblicati su Dragodid e alle carte turistiche. Questi mrgàri faranno l’oggetto di una serie di monografie che seguiranno questa introduzione.

 


Per stampare passare in modo panorama

© CERAV
Il 20 aprile 2018

Riferimento da citare :

Sergio Gnesda
I mrgàri : recinti pastorali pluricellulari in pietra a secco dell' isola di Krk / Veglia (Quarnero, Croazia), parte prima : introduzione
http://www.pierreseche.com/mrgar_italien.htm
20 aprile 2018

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