Sergio Gnesda MANUFATTI AGRICOLI IN PIETRA A SECCO SULL'ISOLA DI CHERSO (CROAZIA)
Premessa La città di Cherso / Cres, capoluogo dell'omonima isola, è situata in una baia circondata da dolci pendii sui quali si possono vedere innumerevoli muretti a secco ad uso agricolo. Questo articolo prende in esame le opere di due aree corrispondenti al percorso n°4 della guida Cherso e Lussino - Le isole della bora: escursioni, storia e natura dell'arcipelago delle Absirtidi. La prima zona è pianeggiante vicino al mare, la seconda è un pendio collinare sul lato opposto della baia. Per creare i campi era stato necessario rompere lo strato roccioso superficiale e sfruttare il materiale ottenuto sotto forma di muri o ghiaioni. Nelle parti pianeggianti, enormi muri delimitano tuttora le proprietà ed evitano l'erosione causata dalle piogge e dai forti venti. Attorno ad ogni olivo veniva lasciato un spazio rotondo di terra mentre tutta la parte restante veniva ricoperta di ciottoli che impedivano la crescita di piante nocive e rilasciavano nel terreno, durante la notte, l'umidità della brezza marina. Le strade (ciottolate o in terra) erano anch'esse luoghi di accumulo di pietre e fiancheggiate da mura possenti e ben rifinite. Sul versante delle colline, la trasformazione del terreno roccioso in terreno agricolo è avvenuta con la creazione di terrazzamenti mediante muri di contenimento. I muri orizzontali erano incrociati da potenti muri perpendicolari dove si accumulavano grandi quantità di pietre. Tutto il lavoro di spietramento e di sistemazione veniva svolto con la sola forza delle braccia così come la cura degli ulivi e delle viti situate nelle rare doline e piccoli appezzamenti di terreno. Abstract The town of Cres, the capital of the island of the same name, is located in a bay surrounded by hilly slopes on which countless dry stone walls for agricultural use are visible. This article examines the walls of two areas corresponding to route 4 of the guidebook Cres and Lošinj - The Bora Islands: Excursions, History and Nature of the Absirtides Archipelago. The first area is a flat area near the sea, the second is a hilly slope on the opposite side of the bay. To create fields, it was necessary to break the surface rock layer and to take advantage of the material obtained in the form of dry stone walls or clearance heaps. In the flat areas, huge walls defined the property boundaries and prevented erosion caused by rain and strong winds. A round of soil was left around each olive tree while the remaining part was covered with stones that prevented the growth of weeds and released the moisture of the sea breeze into the soil at night. The roads (paved or earthen) were also places of accumulation of stones and lined with powerful and well-finished walls. On the hillsides, the transformation of the rocky soil into agricultural land was done by building terraces. with retaining walls. These horizontal walls were interspersed with powerful perpendicular walls where large quantities of stones were accumulated. The walls defined the properties and reinforced the cohesion of the whole stone structures. All the stone clearing and wall building was done by hand, as well as the care of the olive trees and vines in the few dolines and patches of land. Questo articolo riguarda due aree con manufatti in pietra a secco per uso agricolo dell'isola di Cherso / Cres nella baia del Quarnero (Adriatico). Esse sono Nota: Le parole in corsivo prima della barra obliqua appartengono alla variante del dialetto istriano-veneziano dell'isola; le parole in corsivo dopo la barra obliqua appartengono al dialetto croato čakavo dell'isola (es: masiere / gromače = muri semplici).
1- Presentazione
In tutta l'isola, la terra è scarsa e piuttosto povera. La terra rossa, che trattiene l'acqua più a lungo, rende le doline un ottimo terreno coltivabile. La porosità del suolo carsico determina una situazione di siccità perenne dove sorgono torrenti durante i violenti temporali estivi. L'acqua è quindi un bene prezioso che viene raccolto in superficie e immagazzinato sia in stagni per animali (lokve) che in cisterne per l'uomo (šterne).
L'altro elemento che ha un forte impatto sul territorio è la bora: le aree soggette alle sue forti raffiche sono debolmente antropizzate e quasi prive di vegetazione.
L'isola di Cres fa parte della Repubblica di Croazia.
2 - La coltivazione dell'olivo
Oggi, più di un centinaio di famiglie coltivano circa 130.000 ulivi intorno alla città di Cherso su circa 600 ettari (da ricordare che che cento anni fa erano coltivati 300.000 ulivi in tutta l'isola). La produzione media, molto variabile ogni anno, si aggira intorno ai 60.000 ettolitri. Dalle due varietà autoctone di olivo, simjaca / slivnjača e plominka, si produce un olio extra vergine di oliva, famoso per il suo sapore speciale.
3 - Les vrtići
Il vrtić (area rotonda di terra e sassi intorno al tronco dell'olivo) ha diverse funzioni: - la grande massa di sassi che ricopre quasi tutta la superficie del terreno intorno ai tronchi degli ulivi, impedisce la crescita delle erbe infestanti.
4 - Le masiere / le gromače, i masieroni / i menici, la graja e il klanec
I masieroni / menici sono costituiti da un alto e possente muro centrale fiancheggiato da un più piccolo contromuro da un lato e dall'altro da un ammasso più o meno alto di pietre. Spesso i masieroni poggiano su uno spesso basamento composto anche lui da grosse pietre. Masiere, masieroni, strade campestri e viottoli definiscono i confini delle proprietà.
La graja è un appezzamento di terreno tra due masieroni e due masiere, oppure tra due masieroni, una masiera e un viottolo di campagna.
Il klanec è un viottolo percorso dall'uomo o da animali. Spesso è fiancheggiato da due masiere.
La suddivisione delle proprietà all'interno delle graje e nelle aree aperte, specie quando queste ultime sono esposte alla bora e alla tramontana, avviene mediante muri ad un solo spessore la cui struttura è insensibile alle raffiche di vento. La tecnica costruttiva è complessa e particolare. Le pietre rimangono aggianciate tra loro per la loro gravità, la rugosità relativa dei punti di contatto e grazie all'opportuna scelta della posizione del loro baricentro. Il risultato è un muro, "merletto", che lascia passare le raffiche di vento e le cui pietre non si muovono.
Ma ci sono anche dei muri insoliti, che si vedono numerosi nelle isole del Golfo del Quarnero. Questi muri sono divisi in tre livelli. La parte inferiore è circa la metà dell'altezza totale. Essa è a doppio spessore (muro doppio/duplica) con pietre di piccola taglia. La parte centrale, a spessore unico (muro ugnolo/unjulica), è costituita da pietre molto più grandi. La parte superiore, sempe ad unico spessore, è in pietre a taglia intermedia. Questa soluzione permette di posizionare alla base del muro una grande quantità di piccole pietre, pietre che altrimenti sarebbero state messe in un mucchio (masiera/gromača), sottraendo così superficie al seminativo.
I muri che delimitano le strade campestri sono molto robusti e sempre ben rifiniti, soprattutto nel lato interno della strada. Per questo tipo di muro venivano chiamati muratori esperti nell'arte della pietra a secco. La monumentalità del sistema muro-strada deriva dal fatto che in molti casi con la costruzione della strada si é potuto inserire nel terrapieno molte pietre che altrimenti avrebbero rubato superficie all'agricoltura. Inoltre, l'estrazione di pietre superficiali ha permesso spesso di recuperare un po' della terra sottostante.
In alcuni casi la strada è ciottolata, cioè lastricata di piccole pietre (cogoli/koguli), grazie all'ambizioso programma di "strade di comunicazione" messo in atto da Napoleone I tra il 1797 e il 1813, durante i tre brevi periodi di annessione delle province illiriche alla Francia. Nelle isole di Cherso e Lussino, in particolare, sono state costruite strade costiere ciottolate per accedere a città e villaggi che potevano essere raggiunti solo via mare. La flotta inglese aveva posto il blocco marittimo sull'Adriatico e le sue navi pattugliavano gli stretti intorno alle isole.
Sui muri o lungo i sentieri erano incastonate pietre e mensole, sulle quali i contadini riposavano o depositavano i loro fardelli. Anche una roccia o una bella pietra, posta all'incrocio, potevano fungere da luogo di riposo o di incontro ma anche di convivialità.
5 - La grande dolina terrazzata Le doline sono molto diffuse nell'isola e, come in tutte le aree carsiche, creano un ecosistema submediterraneo molto adatto all'uso agricolo. Possono raggiungere i 100 metri di larghezza. La grande dolina terrazzata di Cherso si trova all'angolo opposto dell'inizio dellitinerario 4 (DOLINA). Ha forma ellittica, circondata da tre ordini di possenti terrazzi che danno all'insieme l'aspetto di un grande anfiteatro. Nella parte alta dei terrazzamenti, dove è presente un lungo menik che circonda parte della dolina, essa misura circa 90 x 85 metri, mentre la parte pianeggiante misura 33 x 55 metri. I muri che sostengono i terrazzamenti sono opere ben rifinite. A Cres, sono chiamati barbacani / barbakani. Nella parte pianeggiante crescono ulivi vecchi e robusti (fig. 15) mentre nei terrazzamenti i numerosi ulivi sono un po' più giovani (fig. 16).
La forma e la disposizione dei terrazzamenti ricordano l'antica presenza della viticoltura sul versante costiero del carso triestino. Se abbiamo cercato invano tracce di vitigno nella dolina, abbiamo trovato invece segni di viticoltura: la traccia lasciata da un liquido verdastro sulla parete di una vasca in pietra. Nei terrazzamenti vicino al mare, questa tipo di vasca in pietra veniva utilizzata per preparare sul posto il solfato di rame, così da evitare di dover trasportare la soluzione dall'altopiano ai filari di viti sottostanti.
Sul lato della collina sovrastante la Marina di Cherso, si vede, sul versante del colle opposto, una "infinità di mura" poste a monte e a valle della strada per Valun. Si tratta di terrazze parallele che, seguendo la linea della costa, assieme alle pareti perpendicolari che salgono dal mare verso l'alto, definiscono le proprietà. L'intera collina è dedicata alla coltivazione degli ulivi.
6 - Le capanne per uso agricolo Le capanne sono piuttosto piccole e si trovano vicino ai campi situati lontano dalle abitazioni. Erano usate per immagazzinare strumenti da lavoro e provviste. Erano un rifugio in caso di pioggia e un luogo di riposo nelle ore più calde. Nella zona della "grande dolina" ve ne sono quattro, tutte molto fatiscenti: tre avevano nicchie all'interno e probabilmente una finestra, la quarta non aveva traccia ne di finestra ne di nicchia.
Localmente le capanne in pietra a secco sono chiamate kùčice (= piccole case, diminutivo croato di koće = case).
Bibliografia e sitografia
http://www.udruga-ulika-cres.hr/hr/Povijest_maslinarstva_na_podrucju_otoka_Cresa.aspx
http://mail.google.com/mail/u/0/#inbox/FMfcgzGkXcwpSQDVRzCcHVWQlZpXdFlg
Andlar, G., Kremenić, T., Borovičkić, M., Križanić, M. (2015) Landscape study of the island of Cres, Council of Europe http://docplayer.net/20788729-Local-development-pilot-project-landscape-study-of-the-island-of-cres.html
Andlar G., Kremenić T., Self-sustaining agro-pastoral terraced system of the olive groves of the town of Cres - a good practice example – ITLA IV Word Congress, RE- ENCHANTING TERRACES, Canarias, march 2019
Bommarco Tarcisio
Jurkota-Rebrović
Sergio Gnesda
Riferimenti da citare : Sergio Gnesda
Manufatti agricoli in pietra a secco sull'isola di Cherso (Croazia) (Drystone-built agricultural structures on the isle of Cres, Croatia) L'Architecture vernaculaire (en ligne), tome 44-45 (2020-2021) http://www.pierreseche.com/AV_2021_gnesda_italien.htm 9 août 2021
L'autore : Sergio Gnesda è il vice-presidente del CERAV.
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